Time dei Pink Floyd: la musica (rock) dalla stanza più lontana
Sì, è arrivato Roger Waters, ha rifatto una sua versione di The Dark Side of the Moon Redux e, ancora una volta, il concept album più celebre, e di certo più bello della storia del rock è tornato di attualità.
Ce n’era bisogno? Direi di no. Cioè, almeno per me.
Mediamente una volta alla settimana, infatti, io lo ascolto.
Non tutto, men che meno di filato (non ho più, purtroppo, quegli infiniti pomeriggi vuoti degli anni del liceo), ma è sempre il primo in classifica nei miei preferiti di Spotify.
E Time batte tutte le altre: Breathe, Us and Them, Eclipse addirittura The Great Gig in the Sky, il mio sogno segreto (sì, cantarla così, anche un solo giorno nella vita, poi non chiedo più nulla).
Quindi, non m’interessano le polemiche dei critici musicali, e non mi appassiona la guerra per bande David Gilmour vs Roger Waters, anche perché ho sempre avuto un debole per il primo. Voglio solo parlare di questa canzone Inaffondabile.
E della mia smodata passione per “lei”.
Che è una poesia che ogni volta mi costringe a tornare a una poesia. E a un poeta, la cui vita ricorda un po’ quella di Syd Barrett. Due talenti, due geni nei rispettivi campi, due anime dannate e dilaniate da problemi psichiatrici.
La poesia alla quale Time dei Pink Floyd mi obbliga, ogni volta, a tornare è Il canto d’amore di J. Alfred Prufrock, scritta nel 1911 da Thomas Stearns Eliot ad appena 21 anni (Syd Barrett fondò i Pink Floyd a 19).
Ogni volta che ascolto:
“Tired of lying in the sunshine, staying home to watch the rain You are young and life is long, and there is time to kill today And then one day you find ten years have got behind you No one told you when to run, you missed the starting gun”
Traduzione: Stufo di prendere il sole così come di stare a casa a guardare la pioggia.
Sei giovane e la vita è lunga e ce ne vuole per ammazzare il tempo oggi.
Ma poi un bel giorno ti ritrovi dieci anni alle spalle
Nessuno ti ha detto quando iniziare a correre, ti sei perso lo sparo di inizio.
Ogni volta che la canticchio, mi torna in mente:
E di sicuro ci sarà tempo Di chiedere, «Posso osare?» e, «Posso osare?» Tempo di volgere il capo e scendere la scala, Con una zona calva in mezzo ai miei capelli – (Diranno: «Come diventano radi i suoi capelli!») Con il mio abito per la mattina, con il colletto solido che arriva fino al mento, Con la cravatta ricca e modesta, ma asserita da un semplice spillo (Diranno: «Come gli son diventate sottili le gambe e le braccia!») Oserò Turbare l’universo?
E siccome non riesco mai a ricordarla a memoria, allora ovunque mi trovi, in moto o nella sala d’attesa del dentista, vado a cercarla in rete e uno strano nodo mi chiude la gola.
Non è commozione, non c’è niente di lacrimevole in Time o ne Il Canto d’Amore di J. Alfred Prufrock. È un’altra cosa.
Direi stupore, meraviglia, fiato corto di fronte a quella cosa che trovo sempre nuova, e cioè la capacità misteriosa che le parole hanno di combinarsi tra loro fino a intercettare quei sentimenti che non possono essere spiegati. O meglio, che quando cerchi di spiegarli con il linguaggio quotidiano e “indicizzato” nel buon senso comune ti buttano necessariamente nella fiera del Banal-Grande.
Perché non c’è un altro modo per dire:
In un attimo solo c’è tempo Per decisioni e revisioni che un attimo solo invertirà
Perché già tutte le ho conosciute, conosciute tutte: Ho conosciuto le sere, le mattine, i pomeriggi, Ho misurato la mia vita con cucchiaini da caffè; Conosco le voci che muoiono con un morente declino Sotto la musica giunta da una stanza più lontana.
E per me, ogni volta che rileggo queste parole la musica che mi raggiunge dalla stanza più lontana non può che essere questa:
Every year is getting shorter, never seem to find the time
Plans that either come to naught or half a page of scribbled lines
Hanging on in quiet desperation is the English way The time is gone, the song is over, thought I'd something more to say.
Traduzione: Ogni anno sta diventando più breve, sembra di non trovare mai il tempo
progetti che l'un l'altro si risolvono in nulla o in una mezza pagina di righe scribacchiate
Aspettare in una quieta disperazione è la maniera inglese
Il tempo se n'è andato, la canzone è finita, pensavo di avere qualcosa da dire...)
Fonte immagine copertina: Soundcloud
Comments