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Immagine del redattoreManuel Figliolini

Le Groupies quelle che …

di Manuel Figliolini


La più famosa di tutte, colei che della sua vita ha scritto ben 4 romanzi, è Pamela des Barres conosciuta anche come "Miss Pamela”, folgorata dalla musica rock e desiderosa, a tutti i costi, di farne parte.

Aveva 16 anni quando iniziò a frequentare il mondo del rock e fu groupies per Mick Jagger, Jimmy Page e, si vocifera nei suoi romanzi, persino di Jim Morrisson.

È stata la prima groupie ed è diventata una leggenda di un’epoca.

Riuscita a sposarsi con Michael des Barres, rockman dei Silverhead e attore (Ndr. chi non ricorda Murdoc di MacGiver? Beh è lui), lascia la sua vita da groupie per dedicarsi alla famiglia e alla scrittura.

Ma è stata anche una delle più controverse; nel suo libro-confessione I’m with the band riesce a raccontare il suo stile di vita di quel periodo come un atto estremo di femminismo.

I suoi comportamenti valorizzavano la libertà femminile di scegliere ed essere padrone del loro corpo. Per molti era invece solo la vittima di un sistema, di una ribellione che con l’illusione della libertà, la teneva incatenata nel suo personaggio. Quel personaggio che la voleva sempre sul filo della provocazione.

La pubblicazione del suo romanzo autobiografico, nel 1987, riaccese le polemiche.

Con una provocazione matura Pamela des Barres ha cercato di spiegare il suo mondo e come lei lo viveva.


Ma anche dopo tanti anni per molti era solo una prostituta, uno dei complimenti più gentili che ricevette dopo la pubblicazione. La sua convinzione, il suo carattere tenace e guerriero, la portarono nuovamente nelle librerie nel 2007 con Let’s spend the night together (in Italia edito da Castelvecchi) , dove racconta le voci di ventiquattro groupies, tutte donne tranne uno: Pleather, groupie di Courtney Love. Un collage di testimonianze, una chiamata corale per raccontare al mondo che quello che scriveva Miss Pamela nel suo primo romanzo non erano stupidate, ma che loro era così, ribelli&rock.


Con lei e dopo di lei, ne seguirono tante, tutte più o meno famose, sempre più irriverenti e sempre più ecclettiche, come la già citata Cynthia Plaster Caster. Alcune diventarono mogli di quelle rockstar, la più famosa di tutte Bebe Buell, moglie di Steven Tyler e madre della bellissima Liv. Altre invece, presero ispirazione e diedero al rock una nuova voce femminile come Sioux Siouxsie, groupie dei Sex Pistol, che decise di non stare più nei backstage o nelle retrovie ma volle salire sul palco e dando vita al gruppo punk rock Siouxsie and the Banshees.


Loro volevano esserci e le rock star avevano bisogno di loro. Erano diventate il simbolo di uno status. Come diceva Frank Zappa: “se non hai una groupie intorno vuol dire che non stai facendo sul serio”.


Ma chi erano veramente queste ragazze che si consacravano ai loro idoli? Spiriti ribelli, sessualmente libere ed indipendenti che si rivedevano nelle canzoni delle rockstar e amavano il rock più di ogni altra cosa. Per loro il rock era un modello di vita. Come dice la groupie Penny Lane nel film di Cameron Crowe Almost famous interpretata da Kate Hudson:


“Noi non siamo qui per la musica. Noi siamo le aiuta-complessi. Noi ispiriamo la musica”.


Erano sicuramente lontane dalla bigotta america del tempo ma erano convinte nel vivere al 100% la loro vita e come colonna sonora un bel pezzo rock, magari scritto appositamente per loro.

“A letto restituivamo la gioia ricevuta dalla musica”, scrive Miss Pamela nel suo libro. E se sono state più prostitute o muse, poco importa, quello che sicuramente rimarrà sarà la loro essenza, il loro essere in un'epoca che stava cambiando. E loro c’erano, dalla parte dell’arte.


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